Alzi la mano chi non ha mai fatto o pensato qualcosa per poi giustificarsi dicendo “sarà stato l’inconscio”, parola più parola meno.
Quante mani alzate. Questo sondaggio demoscopico mi serviva proprio per sottolineare quanto il concetto di inconscio pervada il nostro modo di interpretare quello che ci succede. Tutta colpa di Freud (cit.).
Il dibattito sull’esistenza dell’inconscio e la sua influenza sui nostri comportamenti è tutt’ora in corso nelle segrete stanze delle accademie psicologiche, e non vi annoierò con gli ultimi aggiornamenti.
Può comunque essere utile riflettere su quanta importanza diamo a questo concetto, e su alcuni “tratti” che lo connotano e lo rendono così affascinante per scrittori, registi, musicisti e alcuni psicologi.
Dico “alcuni” psicologi perchè mentre tutti possiamo concordare che gran parte delle dinamiche psicologiche che ci coinvolgono succedono fuori dalla nostra consapevolezza, non tutte le prospettive psicologiche e psicoterapeutiche utilizzano la dimensione inconscia come strumento di lavoro. Anche la stessa psicoanalisi si è evoluta dalla “prima topica ” di Freud, ossia la sua prima organizzazione teorica del funzionamento mentale – tre strati della coscienza: conscio, preconscio e inconscio – ma il concetto di inconscio ha acquisito nei decenni un’aura di fascino che continua a intrigare le persone.
Ma perchè l’inconscio acchiappa così bene?
#1 tradizioni e trasgressioni, l’inconscio inventato dal Sigmund: dal punto di vista esplicativo, Freud non ha scoperto l’inconscio, lo ha inventato, e lo ha fatto nel periodo storico e nel clima socio-culturale in cui viveva (la Vienna imperiale a cavallo fra 1800 e 1900). Stiamo parlando di un momento della storia europea non proprio liberal, per usare un eufemismo: spiegare l’esistenza di una mente inconscia, in epoca positivista, fu un atto rivoluzionario.
Quando dico che l’inconscio è stato inventato, non voglio essere provocatorio, ma considero semplicemente che, avendo a che fare con comportamenti e pensieri – quelli dei pazienti che incontrava – passibili di giudizi e stigmatizzazioni di tipo morale data la cultura fortemente conservatrice e puritana di quei tempi, Freud ha avuto l’esigenza di elaborare un concetto che ampliasse la prospettiva “clinica” del tempo, che altrimenti si sarebbe fermata al giudizio medico e/o morale: o malati di brutto, o brutti sporcaccioni.
Per toglierli dalla colpa e dalla trasgressione, aveva bisogno di una dimensione mentale svincolata dalla responsabilità e dall’intenzionalità che riabilitasse in parte le persone che richiedevano il suo aiuto. La psicoanalisi diventava uno strumento utile al disvelamento e alla cura dei traumi subiti dal paziente, che, ribollendo a livello inconscio, causavano le nevrosi e le psico-patologie a livello conscio.
#2 romanticismo e razionalismo: come cuore o cervello, la passione o il freddo calcolo, romanticismo e razionalismo sono le due con-correnti filosofiche entro cui la narrazione dell’inconscio si è sviluppata. Le due facce dell’esistenza umana, ce le portiamo dietro in ogni scelta: nelle relazioni, ma anche in altre situazioni che richiedono decisioni difficili e combattute.
La cultura occidentale ci ha ormai abituato a pensare il mondo attraverso queste due categorie, e ad ogni bivio della nostra strada ci chiediamo se fare la cosa più giusta (razionalità) o quella che ci ci piace di più (romanticismo), dato che quasi mai le due cose coincidono.
Quello che però possiamo dire con certezza quasi assoluta è che una vita senza un che di irrazionale, di apparentemente bizzarro o fuori dagli schemi è una noia incredibile.
L’irrazionale ci attrare, ci incuriosisce, è quel difetto che rende il quadro un capolavoro. È la spezia necessaria che rende squisito un piatto altrimenti insipido. Il concetto di inconscio si è nutrito di queste trame diventando una narrazione utilizzata da scrittori e registi per rappresentare una parte tanto nascosta quanto importante della nostra coscienza.
#3 un’intenzionalità difficile o una comoda passività? quello che succede a livello inconscio, è ovviamente inconsapevole. Se quindi usiamo l’aggettivo inconscio per descrivere l’origine di pulsioni, desideri o semplicemente alcuni tratti del nostro carattere, creiamo un modo di vedere la nostra vita più facile da gestire, perchè un po’ ci de-responabilizza rispetto alla reiterazione di alcuni atteggiamenti.
Non sto parlando di scelte in campo sessuale o di stili di vita, ma di molte teorizzazioni su ipotetici conflitti o meccanismi di difesa che, avvenendo fuori dalla nostra consapevolezza, ci tolgono dall’impiccio di dover concretamente e pragmaticamente prendere in mano alcune cose della nostra vita, se non ci vanno più bene.
A volte seguire gli ordini è più comodo che decidere da sè.
#4 investigatori e cacciatori di tesori: l’età dell’oro della psicoanalisi corrisponde con i “decenni della trasgressione” (gli anni 60 e 70). E’ in questi anni che il modello di psicoterapia psicoanalitica si diffonde in modo massiccio nel mondo occidentale acquisendo sempre di più, soprattutto nell’immaginario delle elite colte ed intellettuali, una dimensione liberatoria e innovatrice rispetto alla rigidità moralista che caratterizzava la società di quel periodo.
Il disvelamento e la riabilitazione dei conflitti e dei desideri più reconditi della personalità veniva legittimato e promosso dalla cultura della creatività, della libertà che si opponeva con forza all’impostazione conservatrice e tradizionalista delle generazioni precedenti.
Esplorare l’inconscio diventa così un’avventura investigativa, o ancora meglio una caccia al tesoro, in grado di riportare alla luce le dinamiche profonde che causerebbero le nevrosi quotidiane.
E’ questa la leva più potente che permette alla psicoanalisi e al suo cavallo di battaglia, l’inconscio, di affascinare e di attrarre ancora tanta passione e curiosità – l’interpretazione dei sogni, di Freud, resta tuttora uno dei libri di psicologia più venduti in Italia.
Certo che l’inconscio “esiste”, ma quella camera oscura in cui si svilupperebbero le nostre fantasie o le nostre paranoie sarà anche affascinante, ma come psicoterapeuta la trovo allo stesso tempo una convenzione un po’ rischiosa.
State attenti a non lasciarvi fregare dall’idea che qualcosa prende le decisioni per voi. State attenti ai marpioni, tutti quanti, anche se sono misteriosi e affascinanti.
P.S.: la mia è solo invidia, ovviamente inconscia, per tutti i misteriosi e gli affascinanti.
BIBLIOGRAFIA
Imbasciati A. (2013) Dalla strega di Freud alla nuova metapsicologia, Franco Angeli
Recalcati M. (2010) L’uomo senza inconscio, Raffaello Cortina
Salvini A., Bottini R. (2011) Il nostro inquilino segreto, psicologia e psicoterapia della coscienza, Ponte alle Grazie
Taylor C. (1993) Le radici dell’io, Feltrinelli Editore