Il sesto senso dei bambini

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Molto spesso sento dire da genitori, insegnanti e educatori che i bambini hanno “una specie di sesto senso“. Nel senso che sentono in modo molto più diretto quando siamo stanchi, arrabbiati, nervosi, ma anche quando siamo pieni di energie. Si accorgono di queste cose con un’intuizione che ci sorprende sempre… e diciamolo, a volte ci ci urta un po’!

Da cosa dipende? Mutazioni genetiche e super-poteri a parte, alcuni studiosi hanno scoperto che ci sono 2 moduli fondamentali di comunicazione: quello analogico e quello numerico.

Il modulo analogico ha una logica concreta, utilizza associazioni e riferimenti “simili” alla cosa che si vuole esprimere. E’ più diretto e meno mediato da simboli e concetti.

Il modulo numerico ha una logica astratta, utilizza codici arbitrari e convenzionali per esprimere le cose. E’ più complesso perchè si basa sull’uso di simboli, come le parole o i numeri.

Meglio fare un esempio: se voglio esprimere la mia stanchezza, posso farlo in modo analogico (sbuffo e mi stroppiccio gli occhi), o numerico (dicendo: “sono veramente stanco”).

Nel primo caso utilizzo una via più diretta e concreta, vicina al mio sentire fisico, nel secondo caso mi esprimo utilizzando il codice astratto delle parole.

Riassumendo:

  • il modulo analogico riguarda il linguaggio non verbale – il tono di voce, i gesti, l’espressione facciale, la postura, ecc…

  • il modulo numerico riguarda il linguaggio verbale – quello dei contenuti, delle parole, dei concetti astratti.

GLI ADULTI SONO “NUMERICI”

Quando noi adulti comunichiamo, siamo molto attenti ai contenuti, alle parole, ai significati, perchè è il canale che ci serve di più: è lì che troviamo quello che ci serve capire come muoverci nel mondo. Ovviamente anche l’espressione non-verbale influisce (più del 60% del messaggio appartiene ad aspetti non verbali come la postura del corpo, il tono di voce, ecc…), ma i contenuti verbali vengono considerati più importanti, soprattutto nei contesti formali – a lavoro ad esempio – perchè hanno più autorevolezza. Molte volte il linguaggio non verbale viene anche appositamente “nascosto” e controllato da chi si esprime, per essere meno vulnerabile e “interpretabile” di fronte a un interlocuotore. Lo abbiamo fatto tutti almeno un milione di volte.

Questi due linguaggi sono utilizzati contemporaneamente da un adulto, ma i bambini sono diversi, perchè devono ancora raggiungere lo sviluppo delle funzioni cognitive superiori, quelle in grado di farli accedere al ragionamento astratto e all’uso del pensiero deduttivo. Di solito queste competenze si raggiungono in adolescenza: non è sufficente quindi “saper parlare”.

I BAMBINI SONO “ANALOGICI”

I bambini sono meno attenti alle parole, viceversa sono molto più ricettivi e “competenti” di noi rispetto al linguaggio non verbale: si concentrano molto sulla ricchezza analogica che accompagna i nostri discorsi, fatta di gesti, espressioni facciali, movimenti del corpo. E’ per questo che ci sentono di più, e che ci scoprono quando abbiamo la giornata storta.

Se ci pensate, anche con gli animali domestici funziona così: mi dispiace deludere qualcuno, ma quando il vostro cane o il vostro gatto “capiscono” i comandi o sembrano comprendere alcune situazioni, in realtà non capiscono i contenuti linguistici che esprimete (come crede il 70% delle persone con un animale), ma si accordano agli aspetti non verbali dei vostri discorsi, da cui comprendono se si tratta ad esempio di un rimprovero (tono di voce duro, forte, deciso) o di una “coccola” (tono calmo, dolce, suadente).

sensto senso

Gli animali domestici li lascio a voi, ma posso darvi delle dritte su come usare queste conoscenze quando state con i bambini:

#1 Fate attenzione al pensiero magico: i bambini non hanno un sesto senso, è solo un titolo ad effetto. Mi raccomando, non pensate di avere in casa o in classe uno degli x-man, potrebbe complicarvi le giornate.

#2 Più corpo, meno parole: il canale non-verbale è quello più efficace con i bambini, quindi usatelo di più! Posture, toni di voce, contatto oculare. In questo campo si giocano le partite più importanti quando state con loro.

#3 Coerenza fra verbale e non verbale: è impossibile utilizzare solo il canale non verbale, ma quando parlate ai bambini cercate di non dare doppi messaggi. Dire che siete contenti di vederli con un’espressione o una postura che neanche in coda alla posta per pagare una bolletta, può far passare un po’ di ambiguità e confusione, entrambe da evitare per comunicare efficacemente.

Prendo dal volume già in link (pg 54): “si è sempre attribuita ai bambini, ai folli e agli animali una intuizione particolare per quanto riguarda la sincerità o l’insincerità delle attitudini umane: perchè è facile dichiarare qualcosa verbalmente, ma è difficile sostenere una bugia nel regno dell’analogico”.

Il regno dell’analogico è il regno di alcuni adulti – artisti, poeti e scrittori – e di tutti i bambini. Un regno in cui è difficile dire bugie, anche se le diciamo lo stesso.

DR Daniele Boscaro

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